«Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di
bello finché non si guardano da lontano.» Arthur Schopenhauer

12.9.11

Roma, nuovi ritrovamenti archeologici al Colle Oppio - Terme di Traiano



Roma, nuovi ritrovamenti archeologici al Colle Oppio - Terme di Traiano Il mosaico parietale, databile nella seconda metà del I secolo d.C., rinvenuto a Colle Oppio grazie ai lavori di scavo portati avanti dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale all’interno della galleria sud occidentale sottostante le Terme di Traiano, rappresenta una scoperta archeologica di straordinario valore per la città di Roma.

Si tratta di un’opera che si estende per quasi 16 metri con raffigurazioni di Apollo e Muse lungo una parete che è stata portata alla luce dagli scavi fino a una profondità di 2 metri, ma che sembra scendere nel sottosuolo fino a 10 metri. Il mosaico costituisce un esempio raro, sontuoso e raffinato di decorazione parietale che va a completare la parete raffigurante un Filosofo e una Musa su un prospetto architettonico di sfondo, scoperta durante la campagna di scavi del 1998.

Sono intervenuti:
Umberto Broccoli, Sovraintendente ai Beni Culturali Roma Capitale (modera)
Dino Gasperini, Assessore alle Politiche culturali Roma Capitale
Gianni Alemanno, Sindaco di Roma Capitale

Il luogo del ritrovamento

Siamo nella galleria sotterranea sud occidentale costruita per sorreggere le soprastanti le Terme di Traiano, realizzate su progetto di Apollodoro di Damasco, architetto di Marco Ulpio Nerva Traiano (imperatore dal 98 al 117 d.C.). Il mosaico venuto alla luce fa parte di un Musaeum e cioè il luogo che nell’antichità era dedicato alle Muse, protettrici delle arti, e dove i ricchi romani si riunivano per ascoltare musica e parlare di arte.
Nel maggio 2011, la Sovraintendenza di Roma Capitale ha ripreso le indagini archeologiche nelle Terme di Traiano sul Colle Oppio, proprio nella zona dove nel 1998, sul fondo della galleria sotterranea, era stato scoperto un affresco raffigurante una veduta della Città, ormai nota come “Città Dipinta”, opera d’arte unica nel suo genere che si trovava sulla facciata di un grande edificio, databile alla seconda metà del I secolo d.C. All’epoca del ritrovamento, indagini endoscopiche avevano rivelato anche l’esistenza di un ambiente retrostante il muro dell’affresco, solo parzialmente interrato, che conservava su una parete un largo tratto di mosaico, realizzato con tessere colorate su fondo bianco e raffigurante scene di vendemmia.
Nel corso degli scavi effettuati tra il 2003 e il 2005, era stato possibile entrare dall’alto nell’ambiente, profondo oltre 13 metri, e appurare che il tratto di mosaico rimasto non è che una porzione della originaria decorazione che rivestiva l’intera volta.
Nel corso degli scavi appena effettuati, che hanno raggiunto il piano originario del vano, sono stati recuperati ampi tratti caduti del mosaico di questa volta, che sono attualmente in restauro e in corso di ricomposizione.

Sempre nel 1998, a metà della stessa galleria fu rinvenuto un muro che conservava i resti di un raffinato mosaico parietale, anch’esso in tessere colorate, raffigurante – come detto – un Filosofo e una Musa su un prospetto architettonico di sfondo. Il mosaico decorava una stanza, appartenente ad un altro edificio precedente alle Terme, sulla quale si affacciava anche un ninfeo seminterrato, rivestito, sulla volta e sulla parete di fondo, da un mosaico in piccole tessere azzurre con girali. Sul fondo del ninfeo, ancora quasi completamente interrato, si distingueva un’ampia nicchia con il foro per la conduttura che doveva portare l’acqua a un sottostante bacino.

La scoperta del nuovo Mosaico
Nel maggio 2010 sono riprese le indagini archeologiche nella stessa galleria, accanto alla parete dove era il mosaico con Musa e Filosofo. Quest’ultimo si situa oggi all’estremità sinistra della parete e della raffigurazione. Nonostante la maggior parte della superficie di sfondo non si sia conservata, è tuttavia possibile ricostruire in gran parte lo schema e il soggetto: al centro due coppie di colonne riquadrano una nicchia, all’interno della quale si distingue una figura maschile, identificabile con Apollo, nudo, con il manto sulla spalla, che porta la cetra sul braccio sinistro. La muscolatura del torace e dell’addome è resa con un raffinato chiaroscuro dato dall’alternanza di tessere di tre gradazioni di colore. Lateralmente, la composizione di sviluppa con una serie di edifici, di cui ben si riconoscono molti elementi architettonici, come architravi, capitelli e soprattutto colonne, decorate da ghirlande e girali vegetali.
Con lo scavo attuale altre figure sono state riconosciute sulla parte destra della parete (lunga quasi 16 metri), fra le quali due maschili, di cui uno vestito alla greca, ma senza barba, e un’altra femminile, probabilmente un’altra Musa.
Lo scavo ha finora raggiunto una profondità media di 2 metri, mettendo in luce solo la parte superiore delle nuove figure. Almeno in due punti è tuttavia possibile vedere la prosecuzione in basso della superficie decorata, ed è presumibile che la parete scenda fino a 10 metri dal punto attuale, al livello corrispondente a quello del ninfeo che vi si affacciava.

Il Musaeum

Il collegamento di questo vasto ambiente all’interno del quale è stato riportato alla luce il mosaico con il ninfeo e il soggetto stesso della decorazione suggeriscono l’identificazione del complesso con un luogo, allietato dalla presenza dell’acqua, destinato all’esercizio delle arti e della cultura in generale, rappresentate dalle Muse e dalle figure di filosofi o poeti, e patrocinate da Apollo: il Musaeum, appunto.
L’insieme doveva essere pertinente a un edificio residenziale di altissimo livello, che faceva parte della situazione urbanistica immediatamente precedente le Terme di Traiano, insieme con l’edificio della “Città Dipinta” e altri ambienti finora scoperti in quest’area. Alla data di costruzione del complesso termale, nei primi anni del II secolo d.C., tutti gli edifici che qui si trovavano, in qualunque epoca essi fossero stati costruiti, vennero comunque sepolti e dimenticati: fu un evento radicale e rapido, che ha cancellato un’intera porzione di città per sostituirla con qualcosa di nuovo e completamente diverso.
Con l’ultimo ritrovamento si può iniziare a ricostruire una buona percentuale di questa situazione pre Traiano. Non si può dire con certezza a quale epoca appartengano i singoli edifici, ma si può ipotizzare che la loro datazione si ponga nel periodo che va dal 64 d.C. (anno del famoso incendio, in seguito al quale questa parte di città, quasi completamente distrutta, dovette essere ricostruita e restaurata con un nuovo orientamento Nord-Sud) fino a qualche anno prima del 109, data ricordata come quella di inaugurazione delle Terme di Traiano.
Con la sua imponente facciata, davanti alla quale era uno spiazzo vuoto, l’edificio doveva costituire un fulcro importante intorno a cui si era organizzato il tessuto cittadino di questa zona. Su un lato di questo stesso spazio aperto si situa l’edificio di cui fa parte l’insieme costituito dal ninfeo e dal vano con il mosaico parietale.
Con questi scavi si sta ricomponendo un settore di oltre 1.000 mq di Città antica, finora sconosciuto, la cui vita si è interrotta alla fine del I secolo.

Cronologia dei ritrovamenti
• Febbraio 1998: scoperta dell’affresco della “Città Dipinta”
• Maggio 1998: scoperta del mosaico con Musa e Filosofo.
• Gennaio 2005: esplorazione del vano con mosaico della Vendemmia e dell’adiacente sala sotterranea con volta in affresco giallo.
• Luglio 2011: scoperta del proseguimento del mosaico della Musa e Filosofo, su una parete lunga 16 metri con raffigurazione di Apollo e le Muse.

Il Progetto dell’Area Archeologica Centrale

Questa straordinaria scoperta nell’area archeologica di Colle Oppio è parte integrante del progetto di riqualificazione dell’intera Area archeologica centrale, per la creazione di un sistema integrato sempre più aperto alla fruizione del pubblico.
Le indagini archeologiche che hanno portato al ritrovamento del mosaico parietale sono inserite, infatti, nell’intervento di restauro del Criptoportico delle Terme di Traiano sul Colle Oppio.
L’intervento fa parte del più ampio “Progetto Millenium” e in particolare nel progetto “Roma Antica. Un valore per Roma Moderna. Riqualificazione e Valorizzazione dell’Area Archeologica Centrale”.
Le finalità del Progetto sono quelle di mettere a sistema gli interventi da effettuare sul Centro Storico, creando sinergia tra tutti i soggetti impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico, artistico, monumentale e paesaggistico, per dare non solo un’offerta culturale sempre più ricca e strutturata, ma anche un contributo essenziale allo sviluppo economico della città.
Il Progetto vuole ripensare l’Area monumentale centrale della Città attraverso una serie di interventi di riqualificazione e valorizzazione che migliorino la fruibilità e l’accessibilità dell’intera zona che comprende: il Circo Massimo, l’area del Teatro di Marcello, l’area monumentale del Campidoglio, i Fori Imperiali, il Foro Romano e il Palatino, la Valle del Colosseo, Il Colle Oppio e il Celio. Fine ultimo è aprire nuove aree al pubblico per creare anche e soprattutto nuove forme di reddito.


NUOVI RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI COLLE OPPIO – TERME DI TRAIANO
Scavi nella galleria sud occidentale
Viale del Monte Oppio (inizio del viale lato Colosseo)