«Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di
bello finché non si guardano da lontano.» Arthur Schopenhauer

9.1.11

L'ARTE MUSIVA

La parola "mosaico" deriva dal greco e significa 'opera paziente, degna delle Muse'. Senza dubbio rappresenta una delle più alte espressioni dell'arte e uno dei più antichi e appariscenti mezzi decorativi  tramandateci fin dall'epoca romana. 

L'origine del mosaico si perde nel tempo, sviluppandosi come parte integrante dell'architettura: comunemente si fa risalire alla pavimentazione a ciottoli in uso a Creta, che però non presentava una superficie piana, in quanto venivano utilizzate pietre naturali.L'arte musiva vera e propria consiste nel comporre un disegno a soggetto o con fregi e disegni geometrici, utilizzando piccole "tessere" o tasselli di pietre naturali, terrecotte o paste vitree. Le tessere, tagliate a mano, vengono fissate su uno strato di cemento, malta a base di calce e altri collanti.

La tecnica antica era decisamente più complicata di quella attuale: Plinio (scrittore romano del I secolo d.C.) e Vitruvio (architetto romano del I secolo a.C.) ce ne lasciarono chiare indicazioni. La costruzione (lo strato su cui fissare le tessere) era composta da più strati: lo "statume", un agglomerato di ciottoli, il "rudus", composto da tre parti di pietre spezzate e una di calce, e il "nucleus", fatto di coccio pesto e calce, e infine uno strato sottile d'intonaco su cui andavano inserite le tessere.
Quella del mosaico è una tecnica decorativa che consiste nella creazione di motivi puramente geometrici, o complesse composizioni figurative con l’accostamento di piccoli frammenti colorati ed opportunamente preparati.
Questo caratteristico tipo di decorazione viene impiegato prevalentemente su ampie e lisce superfici, quali pareti, pavimenti, soffitti e volte. Talvolta, la tecnica del mosaico viene adattata anche ad oggetti di minute dimensioni.
Grazie alla resistenza dei materiali impiegati sono giunte ai nostri giorni delle bellissime testimonianze, di periodi assai remoti, conservate in tutto il loro originale splendore.
I materiali
I frammenti possono essere di svariato materiale come il marmo, il vetro, la pietra e qualsiasi altra materia dura che si possa ridurre in piccole tessere. Viene impiegato anche il materiale di scarto, come piastrelle, mattoni vecchi etc.
I materiali vetrosi denominati smalti, sono diversi dalle comuni paste vitree per qualità e caratteristiche estetiche. Tali smalti, così come gli altri materiali, vengono tagliati a mano con l'ausilio di martellina e tagliolo, producendo singola tessera nelle forme e nelle dimensioni desiderate.
La tecnica in uso è ancora fondata sulla produzione manuale, in una evoluzione continua attraverso i secoli che ha investito come variante solo i leganti di sottofondo, migliorandone la qualità e la resistenza, ed adeguandoli alle contemporanee esigenze tecnologiche.
Metodo diretto
Quando il lavoro viene eseguito direttamente sul posto, si applica il cosiddetto metodo diretto, che consiste nel creare un sottofondo adeguato formato da cemento e legante, sul quale vengono inserite a mano le tessere.
Pregi di questa tecnica:
Si vengono a creare varie inclinazioni che riflettono meglio la luce (molto importanti nell'arte bizantina);
Il mosaicista lavorando sul posto, si rende perfettamente conto della luce alla quale il lavoro è esposto e del particolare effetto degli ori.
Metodo indiretto
Le tessere capovolte vengono incollate ad una ad una su tela o su fogli di carta.
Successivamente sui pannelli viene pressato un impasto umido e, avvenuta la presa, si toglie la carta o la tela che copriva il mosaico, dopo averla inumidita con spugnature.
Pregio di questa tecnica è il risultato di superfici perfettamente piane, la velocità d'esecuzione e, quindi, l'economicità.
Il metodo indiretto è utilizzato per le realizzazioni industriali.
Metodo diretto su stucco provvisorio
Può essere utilizzato sia per le realizzazione di un mosaico ex novo, sia per copiarne uno già esistente, sia, infine, per il restauro (tecnica "a strappo").
1) Realizzazione di un mosaico ex novo
Per questo metodo sono necessari due operazioni: 
La preparazione in laboratorio;  
L'applicazione sul posto.
Fatto il cartone del mosaico, gli si appoggia sopra una velina sulla quale si disegna il contorno delle tessere specificandone il colore.
Dopo aver disteso e livellato l'impasto di calce e sabbia su una tavoletta, si applica su questo la velina, che aderendo, lascia i tratti dell'immagine ricalcata.
Successivamente il mosaicista applica le tessere e terminato il lavoro, stende sul mosaico della colla idrosolubile e vari strati di garza. Asciugatasi la colla, viene strappato il mosaico e fissato sul supporto definitivo; quindi le tessere vengono ripulite con acqua e spugnature. 
2) Realizzazione di una copia 
Si procede come descritto al punto (1), ma la velina ricalca direttamente il mosaico da copiare. 
3) Restauro di un mosaico 
Se il restauro prevede il trasporto del mosaico in laboratorio si utilizza la cosiddetta tecnica "a strappo": si cerca di staccare il mosaico dal sottofondo attraverso "spade".
Si stende sul mosaico della colla idrosolubile e vari strati di garza.
Asciugatasi la colla, viene strappato il mosaico.
Fissato su un supporto provvisorio.
Le garze vengono asportate con acqua e spugnature e le tessere ripulite. 
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