I Romani tenevano gatti in casa?
A giudicare da questo mosaico pompeiano sembrerebbe di sì.
Nel "gatto che ghermisce un pollo", dalla Casa del Fauno a Pompei ora al Museo Archeologico di Napoli, vennero utilizzati smalti per arricchire la scala cromatica: questo mosaico è uno dei cosiddetti xenia, "doni ospitali", ovvero piccoli quadri rappresentanti frutta, verdura, pollame, cacciagione, che si usavano offrire gli ospiti.
A giudicare da questo mosaico pompeiano sembrerebbe di sì.
Nel "gatto che ghermisce un pollo", dalla Casa del Fauno a Pompei ora al Museo Archeologico di Napoli, vennero utilizzati smalti per arricchire la scala cromatica: questo mosaico è uno dei cosiddetti xenia, "doni ospitali", ovvero piccoli quadri rappresentanti frutta, verdura, pollame, cacciagione, che si usavano offrire gli ospiti.
Da Pompei proviene anche un altro mosaico gattesco ( potrebbe anche trattarsi di una lince)
Sarà vero che i legionari romani trafugavano gatti dall’Egitto? Sarà vero che a Pompei non sono mai state trovate ossa di gatto? Sarà vero che i gatti siano fuggiti prima dell’eruzione?
Esistono altre due copie romane di questa "Natura morta con gatto"
Palazzo Massimo - Roma |
Musei Vaticani - Roma |
La mia riproduzione
handmade Rossella, metodo diretto Riproduzione scuola di Spilimbergo ...infine il misterioso gatto della cattedrale di Otranto... |
Mosaico di Otranto |
Si sa che il gatto sin dal tempo degli antichi egizi è un animale cui si attribuivano proprietà magiche. Niente di strano se il monaco Pantaleone l'abbia inserito nel suo grandioso mosaico, magari ispirandosi a qualche racconto che circolava nel Salento.
Il gatto calzato (solo alle due zampe di sinistra) altro non sarebbe che un antenato del "Gatto con gli stivali", la celebre fiaba di Charles Perrault del 1695.