«Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di
bello finché non si guardano da lontano.» Arthur Schopenhauer

31.10.12

Antica Roma: spiriti malvagi dei defunti

Antica Roma: spiriti malvagi dei defunti 
Mosaico di epoca romana con teschio. Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Nel mondo spirituale dell’antica Roma, accanto a divinità di ogni genere, si aggiravano anche entità nefaste: gli spiriti malvagi dei defunti, noti come Larvae e Lemures.

Larvae

Presso la religione romana, le Larvae o Maniae erano gli spiriti dei defunti che furono malvagi durante la vita. Anche da morti tormentano sia i vivi sia i morti opponendosi ai Lari (Lares), spiriti benigni.
Il loro aspetto era terrificante, simili a scheletri (nudis ossibus) e a demoni scarnificati; era loro costume accendere la follia nei vivi che potevano allontanarli solamente con espiazioni e lustrazioni (1).

Lemures

Altro profilo mostruoso delle anime dei defunti era quello dei Lemures, spettri spaventosi che tornavano nei luoghi in cui vissero in passato.
Antropologicamente rappresentano l’aspetto più ancestrale del culto dei morti e della purificazione della casa. Per scongiurare l’arrivo dei Lemuri infatti ogni 9, 11 e 13 maggio si celebravano i Lemuria: verso mezzanotte, a piedi nudi, il pater familias o il capo domestico si lavava tre volte le mani e metteva in bocca una fava nera, per nove volte, sputandola poi dietro di sé in direzione dell’uscio ma senza guardarlo. Doveva poi recitare la frase “con queste fave io riscatto me e i miei” con la credenza che i Lemuri le raccogliessero. Dopo un’altra lustrazione delle mani diceva “Manes exìte paterni!” (Ombre dei miei antenati, andatevene!). I Lemuri erano così placati per un anno (2).
                                           Mosaico romano con larva convivialis dalla Villa dei Quintili. Roma, Museo Nazional Romano
Mosaico romano con larva convivialis dalla Villa dei Quintili. Roma, Museo Nazional Romano
                                                  Mosaico romano con scheletro con askoi
                            Mosaico romano con scheletro con askoi (da www.beniculturali.it)

Note

  • (1) PLAUTO, Anfitrione 2, 2, 154; SENECA, Epistole a Lucilio, 24.
  • (2) OVIDIO, Fasti V, 419-483

3.9.12

Trasporto macchina di Santa Rosa





Il trasporto della Macchina di Santa Rosa è la festa viterbese per antonomasia, dedicata alla patrona Santa Rosa,vissuta nel XIII secolo,la cui memoria è rievocata dai viterbesi attraverso una manifestazione unica al mondo, esaltante, quasi indescrivibile per la sua bellezza, spettacolarità ed emozione.
La Macchina di Santa Rosa a Viterbo
La macchina di Santa Rosa consiste in una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche, realizzata con una infrastruttura interna in metallo e materiali moderni quali ad esempio la vetroresina, alta circa trenta metri e pesante cinque tonnellate, che la sera del 3 settembre di ogni anno viene sollevata e portata a spalla da un centinaio di robusti uomini detti "Facchini" lungo un percorso di poco più di un chilometro,lungo le vie,talvolta molto strette, e le piazze del centro cittadino, tra ali di folla in delirio con l'animo sospeso tra emozione, gioia e anche un certo timore.
il trasporto della Macchina di Santa Rosa - Viterbo 3 Settembre
Ma ogni descrizione riportata sulla carta o in video è pressoché inutile in quanto nulla può rendere l'idea se non assistere dal vivo al trasporto della Macchina di Santa Rosa,sempre capace di suscitare sensazioni nuove seppur nella ripetitività dell'evento che si compie ogni anno.
Le origini della Macchina risalgono agli anni successivi al 1258, quando, per ricordare la traslazione del corpo di S. Rosa dalla Chiesa di S. Maria in Poggio al Santuario a lei dedicato, avvenuta il 4 settembre per volere del papa Alessandro IV, si volle ripetere quella processione trasportando un'immagine o una statua della Santa illuminata su un baldacchino, che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali. Il modello attuale è nuovo (dal 2009) e si chiama "Fiore del Cielo".

La Macchina di Santa Rosa parte da Piazza S.Sisto (appena dentro le mura entrando da Porta Romana) in Viterbo alle ore 21,00 del 3 settembre 2012.
La prima sosta viene fatta a Piazza Fontana Grande.

La seconda sosta invece avviene in piazza del Plebiscito davanti al Palazzo Comunale e alla Prefettura. Prima di porla su appositi sostegni i facchini fanno compiere alla Macchina di Santa Rosa un giro su se stessa in segno di riverenza verso la Santa e di saluto agli ospiti che assistono al trasporto. Da qualche anno a questa parte la cosiddetta "girata" che si compie a Piazza del Plebiscito viene dedicata a qualche personalità cara alla storia del trasporto e comunque decise dal sodalizio dei facchini di Santa Rosa.

La terza sosta si svolge a Piazza delle Erbe a circa a metà percorso.

La quarta sosta è prevista in prossimità della Chiesa del Suffragio prima di affrontare la parte più angusta e stretta di Corso Italia.

La quinta e ultima sosta viene fatta a Piazza Verdi e prelude all'ultimo tratto in forte salita che i Facchini compiono di corsa con l'ausilio di altri facchini che tirano la Macchina con delle corde. E' questo il momento più emozionante del percorso per il dislivello della via che giunge al Santuario. La Macchina viene poi definitivamente poggiata sui cavalletti nella piazza antistante il santuario e lì rimane alcuni giorni.


 http://www.infoviterbo.it/macchina-di-santa-rosa.html

20.8.12

Vetri dal Mare


Sea glass – o vetri del mare – sono pezzi di vetro trovati lungo le spiaggie  degli oceani o grandi laghi ....frammenti che hanno rotolato e sono stati modellati dall’acqua, il vento e la sabbia. Hanno origine da bottiglie o barattoli che vengono buttati nell’acqua come inquinamento e che si rompono infrangendosi sui massi e dalle onde. Verde, trasparente, marrone e ambra sono i colori più comuni anche se sono state trovate di frequente varietà  azzurre, gialle e rosa.  Rosse e nere invece sono meno comuni, infatti pezzi rossi e arancioni vengono trovati solo una volta ogni 5.000. I pezzi neri sono rarissimi e spesso sono frammenti di vetro antichi antecedenti il 1860!. Il vetro nero si trova sopratutto in Australia. Come la collezione di conchiglie o pietre, anche la collezione di vetri del mare è comune tra gli appassionati del settore, diciamo e molto spesso questi vetri vengono usati per creare dei bellissimi pezzi di gioielleria e arte varia. Strano ma vero, ma anche questo materiale ha dei falsi, per sopperire alla mancanza di colori specifici.
Questo hobby con questo tipo di materiale, si può dire praticamente sconosciuto nella nostra bella Italia, ma noi come creative sappiamo cavare oro dalla pietra e così ci ingegnamo anche con questo materiale “povero”. Guardate cosa si riesce a fare!!
          
                       

6.8.12

I libri incantati di Su Blackwell

“A meno che il loro uso da parte dei lettori non li porti in vita, i libri sono davvero cose morte”. Sono le parole di Lawrence Clark Powell, bibliotecario e autore di oltre 100 libri.

Su Blackwell crea teatri di carta. Castelli, boschi e palazzi che nascono dalle pagine di vecchi libri e che fanno da sfondo alle storie che quest’artista londinese ama inscenare.
Bimbi intenti ad aprire un baule o a parlare con gli animali del bosco e ancora, castelli desolati, illuminati da una pallida luna, sono i protagonisti di racconti delicati ed effimeri come la materia di cui sono fatti. Rappresentano la fragilità della condizione umana, dei suoi sogni e speranze. Fragilità fatta di carta appunto.
Pagine incise, intagliate, sminuzzate, prendono vita e danno vita a magiche scenografie, regalando favole e sogni.
Con Su Blackwell, i libri anche se non letti, raccontano.






7.7.12

MEDUSA

Medusa
Copia emblema mosaico complesso termale della   Villa Romana di Capo Boeo – Marsala
tecnica diretta, tessere: marmo, ceramica e cotto. 20x20 handmade Rossella

Medusa era una delle tre Gorgoni, mostri alati ed orribili.
Due di esse, Steno, la violenta ed Euriale, l'errante, erano immortali; la terza Medusa, la dominante, era mortale ma la più spaventosa delle sorelle: invece di capelli, aveva serpenti e lo sguardo micidiale mutava in pietra chiunque guardasse i suoi occhi di fiamma.

Molto usata nell'iconologia romana, sia pubblica che privata.
Di derivazione greca, decapitata da Perseo aiutato da Athena, la pose sull'egida. Quando Atena scuoteva lo scudo con la terribile testa di Medusa dai capelli di serpi, i nemici fuggivano terrorizzati. Questo spiega il simbolo apotropaico di Medusa che tiene lontano le persone ostili dalle proprietà e dai luoghi di culto.


Medusa - Villa Torlonia Casino dei Principi. 
Tessere marmo 25x40 handmade Rossella

6.6.12

LO SCRAPBOOKING


Un po' di storia ...
Questa tecnica ha origini molto antiche, pare risalga addirittura agli inizi dell'800 quando ebbe inizio la mania di raccogliere foto, ritagli, lettere, poesie in degli appositi quadernetti, i primi "album" di scrapbooking!!! Comunemente si pensa che il Paese d'origine e tutti i successivi sviluppi dello scrap siano da attribuire all' America ma in realtà la sua nascita è avvenuta in Germania e da lì poi gran parte del mondo è stata contagiata!

MY TRIP ABROAD 1922  Transatlantico Conte Rosso


24.3.12

Il museo dei pensieri

Il museo dei pensieri raccoglie oggetti mentali intercettati per le vie della città. Ogni città ha il suo museo dei pensieri, Roma in particolare ne vanta uno tra i più ricchi del mondo. In una città stratificata da varie epoche sovrapposte i pensieri sono naturalmente molto più presenti. Si accoppiano tra loro e ne creano continuamente di nuovi che riaffiorano in superficie in maniera insospettabile.
Il museo dei pensieri ha un infinito numero di sale, non ha un preciso indirizzo, nemmeno un luogo fisico definito in cui sono esposti i suo reperti. Il museo dei pensieri è ovunque si depositino oggetti mentali.  
Gli oggetti mentali, per loro fisiologica costituzione, non sono “oggettivamente” definibili, ma mutano continuamente a seconda di chi li osservi. 
Ancora di più ogni singolo osservatore li vedrà diversamente a seconda del suo stato d’animo, del suo umore, del suo livello di felicità o disperazione della sua momentanea disposizione alla leggerezza.
Si tenga inoltre ben presente che il visitatore del museo dei pensieri ha una grande responsabilità, ogni oggetto  mentale nel corso della sua visita infatti muterà radicalmente rispetto a ciò che era durante il passaggio di altri visitatori. Se ne deduce che chiunque visiti il museo dei pensieri è allo stesso tempo osservatore e artefice dell’oggetto mentale esposto.

25.1.12

Ospedale delle Bambole Roma


La piccola bottega artigianale conosciuta come "ospedale delle bambole" è un posto completamente fuori dal tempo......le bambole rotte o, scusate, "malate" che ospita vengono indubbiamente da un'altra epoca, l'atmosfera dell'entrata e della vetrina con gli infissi in legno porta la mente indietro nel tempo alle botteghe di una volta, e persino la polvere sembra non provenire dal nostro secolo!
La vetrina è una delle più famose di Roma e può suscitare, a seconda della sensibilità, della fantasia o dei"traumi" di ciascuno, grande fascino o tantissima paura!
Passeggiata di Ripetta 29 Roma

15.1.12

The Butterfly Project...


TBP_13 A few weeks ago I shared a pic of some butterfly punch-outs I had done from a Pottery Barn catalog (it was a really colorful picture of some towels all stacked together).  I had seen a picture that Ali Edwards made of butterflies all lined up and punched from many different colors of paper (which gave me some serious inspiration in the butterfly department).  I decided that I wanted to do something similar but with a different spin!

8.1.12

Delicate farfalle dalle …lattine di birra


farfalle5 150 Delicate farfalle dalle ...lattine di birra
La farfalla è da sempre simbolo di trasformazione. Metamorfosi. Cambiamento. E che cosa evidenzia di più la trasformazione se non il riciclo, ovvero il riutilizzo di un oggetto o di un materiale che ha apparentemente cessato di assolvere per sempre alla funzione per cui è stato creato? E’ questo il pensiero che si cela dietro alle opere di Paul Villinski, che dalle lattine di birra usate e dai vecchi dischi in vinile è riuscito a ricavare forme di farfalle e uccellini e con essi a comporre “quadri” di una bellezza aerea e leggera, come i suoi protagonisti. L’artista americano è riuscito ad unire il riciclo con l’arte, il rifiuto con il sublime, e i risultati tolgono letteralmente il fiato.

farfalle dai dischi200 Delicate farfalle dalle ...lattine di birra
Creando stormi che volteggiano su pareti e superfici Paul, novello Icaro, ricorda all’uomo incollato alla terra il dinamico fascino delle ali. E ci porta per mano in un volo che invita a sollevarsi per ammirare la natura: non solo guardando da fuori ma usando la stanca materia “da buttare”, che andrebbe a contaminarla, per dare bellezza al nostro mondo, mimandone la parte più innafferrabile ed eterea, quella dell’aria, delle farfalle e degli uccelli. Nelle sue mani lattine, dischi e persino guanti spaiati risorgono ad una seconda, nuova vita. Le sue opere sono famose e richiestissime e ci invitano al rispetto di tutti gli esseri viventi, animali e piante, parte fondante del delicato equilibrio del nostro pulsante universo. Sembra imprimere quasi un marchio: “DA TENERE CON CURA”. Rendendo la nostra impronta (ambientale) leggera come quella di una farfalla.

Il sito di Paul Villinski: www.paulvillinski.com

Gallery di Paul Villinski:

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