Alla fine del 1800, tutte le case poste sul lato destro della Via Giulia, dalla Fontana de Mascherone a Ponte Sisto, furono demolite per far posto ai muraglioni del Tevere e al Lungotevere dei Tebaldi.
Di questo breve tratto di via il pittore Ettore Roesler Franz eseguì tre acquerelli:
"La Fontana di Ponte Sisto" (1878)
"La posterula di Via Giulia" (1882)
"La Fontana del Mascherone" (1889)
STORIA
L'Ospizio di S. Francesco dei Mendicanti, posto come sfondo di Via Giulia, fu costruito per volere di Papa Sisto V nel 1587. Nato come ricovero per poveri preti indigenti, mendicanti, zitelle ecc.. ebbe però vita breve per la difficoltà nello gestire tante persone così diverse fra loro. Restò quindi abbandonato fino al 1650 quando la "Congregazione dei Cento Preti", che lo amministrava, lo adibì a Ospizio per religiosi malati e anziani; da qui la denominazione di "Ospizio dei cento preti".
Nella sua monumentale facciata era inserito il famoso "Fontanone di Ponte Sisto" che dopo lo smembramento del palazzo, avvenuto alla fine dell'800 per consentire la costruzione dei muraglioni sul Tevere, fu smontato e ricostruito in Piazza Trilussa al di là di Ponte Sisto.
All'interno dell'Ospizio vi era la chiesa di S. Francesco d'Assisi, denominata de' Mendicanti, costruita anche questa per volontà di papa Sisto V.
Quando tutto il complesso venne abbattuto, il soffitto della chiesa, ligneo a cassettoni e con lo stemma papale incorporato, venne riutilizzato nella chiesa di Santa Caterina della Rota.
Nella sua monumentale facciata era inserito il famoso "Fontanone di Ponte Sisto" che dopo lo smembramento del palazzo, avvenuto alla fine dell'800 per consentire la costruzione dei muraglioni sul Tevere, fu smontato e ricostruito in Piazza Trilussa al di là di Ponte Sisto.
All'interno dell'Ospizio vi era la chiesa di S. Francesco d'Assisi, denominata de' Mendicanti, costruita anche questa per volontà di papa Sisto V.
Quando tutto il complesso venne abbattuto, il soffitto della chiesa, ligneo a cassettoni e con lo stemma papale incorporato, venne riutilizzato nella chiesa di Santa Caterina della Rota.
Via dei Pettinari così denominata per le tante botteghe di cardatori di lana che fino alla metà del 1800 popolavano la via, tanto che da quelle botteghe usciva il famoso "pettinato di lana".
Piazza S. Francesco dei Mendicanti, così chiamata per la chiesa situata all'interno dell'Ospizio.
Ponte Sisto venne fatto costruire da papa Sisto IV in preparazione dell'Anno Santo del 1475.
Questo ponte fu voluto fortemente dal Papa per evitare il ripetersi della tragedia causata dalla ressa dei pellegrini nel Giubileo del 1450, quando decine di fedeli, dovendo necessariamente attraversare Ponte S. Angelo (che era l'unico ponte che permetteva l'ingresso in San Pietro) morirono schiacciati nella calca o perchè caduti nel Tevere per il ponte troppo stretto.
Una lapide in latino posta sulla riva sinistra del ponte così declama :" Tu che passi per volontà di Sisto IV, chiedi alla Provvidenza divina che ci conservi a lungo ed in buona salute questo Pontefice ottimo massimo, e tu pure che rivolgi questa preghiera, statti bene, chiunque tu sia"
Ponte Sisto è l'unico ponte in muratura costruito da un pontefice a Roma.
Questo ponte fu voluto fortemente dal Papa per evitare il ripetersi della tragedia causata dalla ressa dei pellegrini nel Giubileo del 1450, quando decine di fedeli, dovendo necessariamente attraversare Ponte S. Angelo (che era l'unico ponte che permetteva l'ingresso in San Pietro) morirono schiacciati nella calca o perchè caduti nel Tevere per il ponte troppo stretto.
Una lapide in latino posta sulla riva sinistra del ponte così declama :" Tu che passi per volontà di Sisto IV, chiedi alla Provvidenza divina che ci conservi a lungo ed in buona salute questo Pontefice ottimo massimo, e tu pure che rivolgi questa preghiera, statti bene, chiunque tu sia"
Ponte Sisto è l'unico ponte in muratura costruito da un pontefice a Roma.
Vicolo dell'Arcaccio, oggi senza uscita, ma che un tempo, a mezzo d'un arco, arrivava sino a Piazza Capodiferro.
Vicolo del Polverone (così detto perchè coperto di polvere sabbiosa proveniente dalla sponda del Tevere che in quel tratto era chiamata "la seccuta".
Via del Mascherone (così denominata dalla Fontana posta in una piazzetta in fondo alla via omonima).
La "Posterula" di Via Giulia detta anche "de Pulvino", ossia della polvere, faceva parte delle numerose posterule o varchi per l'accesso alle rive del Tevere poste sulla cinta muraria che correva da Porta Flaminia a Ponte Gianicolense.
Da questa posterula transitavano i mugnai che avevano le loro mole sul Tevere a ridosso di Ponte Sisto.
Da questa posterula transitavano i mugnai che avevano le loro mole sul Tevere a ridosso di Ponte Sisto.
La "Fontana del Mascherone" progettata nel 1570, era posta in una piccola piazzetta sulla Via Giulia da dove era possibile vedere, attraverso un arco, le rive del Tevere e da cui si passava per prendere il Traghetto, ovvero "la scafa" per Porta Settimiana.
Ringrazio Luciana Cordeschi per le fotografie, i testi e le informazioni che mi ha fornito per approntare questa pagina.
www.morelli.it