Il museo dei pensieri raccoglie oggetti mentali intercettati per le vie della città. Ogni città ha il suo museo dei pensieri, Roma in particolare ne vanta uno tra i più ricchi del mondo. In una città stratificata da varie epoche sovrapposte i pensieri sono naturalmente molto più presenti. Si accoppiano tra loro e ne creano continuamente di nuovi che riaffiorano in superficie in maniera insospettabile.
Il museo dei pensieri ha un infinito numero di sale, non ha un preciso indirizzo, nemmeno un luogo fisico definito in cui sono esposti i suo reperti. Il museo dei pensieri è ovunque si depositino oggetti mentali.
Gli oggetti mentali, per loro fisiologica costituzione, non sono “oggettivamente” definibili, ma mutano continuamente a seconda di chi li osservi.
Ancora di più ogni singolo osservatore li vedrà diversamente a seconda del suo stato d’animo, del suo umore, del suo livello di felicità o disperazione della sua momentanea disposizione alla leggerezza.
Si tenga inoltre ben presente che il visitatore del museo dei pensieri ha una grande responsabilità, ogni oggetto mentale nel corso della sua visita infatti muterà radicalmente rispetto a ciò che era durante il passaggio di altri visitatori. Se ne deduce che chiunque visiti il museo dei pensieri è allo stesso tempo osservatore e artefice dell’oggetto mentale esposto.